Se dovessimo coniare un termine per il lavoro di Marina Giannobi quello più pertinente potrebbe essere "fotografia atmosferica". Ma l'atmosfera di cui parlo non è certamente "meteorologica" quanto quella forma di energia che si propaga da ognuno di noi, una sorta di emanazione, l'aura, che si sostiene appartenga a tutto ciò che è vivo.
Marina Giannobi fotografa "tutto ciò che si muove" cercando, con lo stesso movimento del suo apparecchio fotografico, di registrare la presenza indefinita ed essenziale delle cose che occupano il campo visivo del luogo rappresentato.
La sua è un esempio di "anti-fotografia", intesa tradizionalmente, che ne stravolge tutti i parametri canonici della rappresentazione e della documentazione fedele della realtà, senza mai ricorrere ai facili espedienti della tecnologia digitale.